1. |
Caporetto
03:58
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Quella notte si posava su un campo di grano innevato dai nostri sospiri
Stringendoci abbiamo tracciato nuove costellazioni per nasconderle al mattino
Poi non è rimasto neppure tanto
Dolore e gioia ho celebrato
Non mi abbracciare senza un perché
Certezze e speranze che uccidono i forti
Respiri sospesi a metà
Lasciamo i ricordi riposare nei solchi
Che ognuno di noi traccerà
Nei venti profondi che sollevano i morti
I fantasmi della mia felicità
Galassie lontane e lacrime d’odio
L’orgoglio ci separerà
Ho rincorso attimi e spazi infiniti per sotterrare le mie domande
Io e te come due diamanti che si specchiano a distanza aspettando la luce dell’orizzonte per tornare a splendere insieme
E’ una disfatta perché la mia Caporetto sei te
Continueremo a combattere nonostante...
Addio!
Faremo del nostro meglio in questa nebbia
Non c’è ferita che possa arrestare la marcia d’amore
E quando ritorneremo in queste valli dimenticate rinascendo girasoli
Potranno ancora sorreggerci queste gambe di burro?
Malgrado tutte le certezze continueremo a morire passo dopo passo nell'eterna della spensieratezza
Un intero attimo di beatitudine
È forse poco, anche se resta il solo in tutta la vita di un uomo?
Ci feremeremo alla fine del mondo per riposarci un po'
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2. |
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I palazzi nelle città sono colonne con niente sopra
E' dove inizia la vita, dicevi
Guardando dentro, guardando fuori
Devo scappare, devo fuggire
Da questa piatta e noiosa geometria verticale
Fatta di gente che ingombra
Gli spazi della sua follia
Di gente che ingombra
Io vivo fuori e solo tra i miei disegni
I miei sogni coloro, dicevi
E dov'è che la realtà diventa quello che non ci basta
Il tempo contiene la nostra illusione
Non ho che questo da ricordare
Non è il motore delle mie paure
Non riesco a restare
In questa piatta e noiosa geometria vitale
Fatta di cielo che ingombra
Lo spazio della sua follia
Di gente che ingombra
Chi chiede, chi parla, chi ascolta, chi vede
Chi abusa, chi annoia, chi crede, chi ascolta
Giro di vite divise
Le nostre ferite sono solchi tracciati e strade
Percorsi, domande, ragioni, rimorsi, fasulle morali e necessità
Se ciò che esiste non è realtà
Se ciò che conta può dimostrare
Cosa è diverso e cosa è normale
Cosa significa dover subire
In questa piatta e noiosa geometria verticale
L'indifferenza che ingombra
Lo spazio della sua follia
La gente che ingombra
I palazzi nelle città sono colonne con niente sopra
E' dove cerchi l'inizio, dicevi
Dei tuoi discorsi, dei tuoi problemi
Giro di vite divise
Le nostre ferite sono solchi tracciati e strade
Percorsi, domande, ragioni, rimorsi, fasulle morali e necessità
Di questa piatta e noiosa geometria verticale
Fatta di gente che ingombra
Lo spazio della sua follia
Di gente che ingombra
Ora mi guarda e non riesce a parlare
Il suo mondo nel mondo scompare
Dietro la luce confonde le sagome chiare e le ombre
Nella stanza che piano
Comincia a girare
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